Il cinghiale
Il cinghiale frequenta una grande varietà di ambienti, che vanno dai boschi fitti alle zone coltivate, dalle regioni aride a quelle paludose e dalla collina alla pianura.
In Italia è presente nella macchia mediterranea ma anche in certi boschi delle Alpi (fatta eccezione della zona altoalpina)
Ambienti favorevoli:
•Tutte le aree nelle quali i boschi sono rappresentati per almeno il 10-15%; tipi di bosco preferiti: foresta planiziale, macchia mediterranea, boschi di latifoglie (preferibilmente con elevata presenza di essenze fruttifere quali querce e/o castagno) con fitto sottobosco ed alternati a radure e pratopascoli, secondariamente anche boschi degradati e macchie.
Il cinghiale è onnivoro e mangia tutto ciò che di vegetale o animale gli capita di trovare, compresi radici e tuberi, che trova scavando con grugno e zanne. È un bravo scavatore e, quando arriva sui campi coltivati produce danni notevolissimi con la sua attività di scavo.
In alcuni casi può essere carnivoro, predando tutta la piccola selvaggina che reperisce ma anche piccoli di cervo, daino e capriolo
ALIMENTO ESTATE INVERNO
Animali 5 % 7 %
Insetti 2 % -
Radici, tuberi 10 % 12 %
Erbe (anche coltivi) 50 % 30 %
foglie di cespugli 20 % -
Frutta, semi 10 % 50 %
Altro 3 % 1 %Aspetto generale:
La massa corporea è decisamente spostata sull’avantreno, la testa è grande ed occupa più di un terzo della lunghezza del corpo; gli occhi sono infossati, piccoli e situati nella parte posteriore della testa. I
quarti anteriori e la testa a cuneo sono conformati in modo tale da agevolare gli spostamenti anche in presenza di vegetazione molto fitta e intricata, mentre il disco nasale mobile e resistente (grifo) e gli
incisivi inferiori a scalpello agevolano l’attività di scafo (grufolate). La coda è lunga, diritta, coperta di peli fin dalla base e termina con un ciuffo di peli più ampio (fiocco).
Il cinghiale è un ungulato di aspetto robusto, con gli arti corti (negli individui adulti la distanza del
ventre dal suolo è circa un terzo dell’altezza) ed il corpo allungato.
Maschio adulto
Resa eviscerato 65-75%
Altezza garrese 90-110 cm
Lunghezza 130-180 cm
Peso vivo o pieno 60-200 kgFemmina adulta
Resa eviscerato 65-75%
Altezza garrese 70-90 cm
Lunghezza 120-150 cm
Peso vivo o pieno 50-150 kg
Il pelame del mantello è costituito dalle setole e dal sottopelo la cui presenza è molto ridotta.
Il mantello estivo è chiaro mentre il mantello invernale ha una tonalità più scura, quasi nera (maggiore presenza di pelo).
La colorazione varia comunque con l‘aumentare dell’età:
• Il mantello nei primi mesi di vita si presenta striato a bande longitudinali di colore giallo-bruno;
• Nei giovani di 4/5 mesi le strie lasciano il posto ad un mantello uniformemente rossastro;
• Negli animali di più di un anno il mantello rossastro viene sostituito dal mantello grigio-nerastro tipico degli adulti.
La pelle è molto spessa (collo e spalle soprattutto, spessore >= 2-3 cm).
La pelle ricopre inoltre un pannicolo adiposo, particolarmente consistente e molto sviluppato, soprattutto su tronco e spalle. Il pannicolo adiposo costituisce la riserva energetica dell’animale.
La pelle con lo strato adiposo sottostante, e non il mantello povero di sottopelo, che consente al cinghiale l‘ingresso in zone a vegetazione cespugliosa e/o spinosa, rappresenta lo scudo nei combattimenti e garantisce l’isolamento termico .
L‘unità sociale di base è il gruppo familiare, rappresentato da: scrofa accompagnata dai suoi piccoli e dai giovani della nidiata precedente (solitamente le femmine) a cui si possono
aggiungere altri piccoli rimasti orfani o isolati;
il gruppo si può ampliare anche molto qualora si aggiungano altre unità familiari, generalmente legate da vincoli di parentela.
Il branco a struttura matriarcale è regolato al suo interno da una precisa gerarchia ed ha un suo territorio di pascolo difeso nei confronti di altri branchi. Il ruolo di capo branco è ricoperto dalla femmina più anziana o più vigorosa, la prole viene accudita in comune. I piccoli nelle località meno tranquille sono di norma tenuti al centro di una sorta di cerchio composto dalle femmine adulte.
I maschi adulti (più di tre anni) sono normalmente individui solitari e vivono quindi isolati. Un maschio adulto può accettare la compagnia (a debita distanza) di uno o al massimo due maschi giovani sottomessi (scudieri) mentre il contatto con le femmine avviene in pratica solo nel periodo degli accoppiamenti.
I maschi possono rimanere nel gruppo familiare fino a circa 18 mesi, poi si allontanano riunendosi in piccoli gruppi maschili non gerarchici e non stabili che si spostano notevolmente alla ricerca di cibo (non hanno un territorio di pascolo fisso); talvolta di tali gruppi possono far parte anche giovani femmine.
Sono i soggetti appartenenti a questa categoria che più frequentemente sono responsabili dei danneggiamenti alle coltivazioni.
Il cinghiale cambia il mantello 2 volte l’anno.
La muta del mantello viene effettuata di norma prima dagli individui giovani, seguono poi i sub-adulti e gli adulti per terminare con gli animali più vecchi o defedati e con le femmine accompagnate dalla prole.
la sostituzione del pelo inizia da spalle e cosce, poi si estende al dorso e quindi a tutto il corpo.
•Muta primaverile: a maggio (molto vistosa: il pelo invernale si stacca in
grandi ciuffi lasciando temporanee chiazze chiare di pelle nuda).
•Muta autunnale: tra fine settembre e ottobre (graduale).
I maschi solitari si riuniscono ai branchi familiari scacciando gli eventuali maschi giovani che eventualmente ne fanno ancora parte tra ottobre e gennaio.
Il periodo degli accoppiamenti, è molto variabile:
• negli anni con una sola stagione dei parti: si verifica di norma tra novembre e gennaio;
• negli anni di doppio estro (ricchi di ghianda, castagne od altro cibo) si verifica a ottobre e a aprile;
L‘accoppiamento può protrarsi anche per 15-20 minuti e avviene solo dopo lunghi inseguimenti; si verifica quasi esclusivamente di notte.
La gestazione, come nel maiale, dura poco più di tre mesi (16-18 settimane ).
La scrofa prima di partorire predispone una sorta di grande nido (chiamato lestra) utilizzando piccole
depressioni del terreno approfondite ulteriormente con operazioni di scavo ed apportandovi poi un discreto accumulo di lettiera (erbe, ramaglie, foglie secche, ecc..)
All‘interno della lestra darà poi alla luce 3-6 piccoli (primipare 1-4) Il parto è piuttosto lungo (anche 48 ore) ed al termine la scrofa mangia la placenta ed anche eventuali piccoli morti.
I piccoli rimangono nel nido con la madre per circa 10 giorni.
Orme: Nel cinghiale i fettoni sono molto voluminosi (circa 2/3 dello zoccolo) discriminante rispetto ad altri ungulati (solo il daino presenta dei fettoni di grandezza simile ma sempre leggermente
inferiore, max circa metà dello zoccolo).
congiunge le estremità degli speroni è pressoché tangente ai fettoni negli arti posteriori, mentre in quelli anteriori tale linea interseca i fettoni a circa 1 centimetro dalla loro linea iniziale).
Anche nel cinghiale l‘unghia
esterna è leggermente più grande
ed arcuata di quella interna,
ma in modo meno evidente
rispetto agli altri ungulati.
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SEGNI DI PRESENZA:
Orme: Nel cinghiale i fettoni sono molto voluminosi (circa 2/3 dello zoccolo) discriminante rispetto ad altri ungulati (solo il daino presenta dei fettoni di grandezza simile ma sempre leggermente inferiore, max circa metà dello zoccolo).
• Una caratteristica distintiva ancora più evidente è rappresentata dagli speroni che sono più lunghi più robusti e posizionati molto più vicino agli zoccoli di quelli di tutti gli altri ungulati (la linea ideale che
congiunge le estremità degli speroni è pressoché tangente ai fettoni negli arti posteriori, mentre in quelli anteriori tale linea interseca i fettoni a circa 1 centimetro dalla loro linea iniziale).
Anche nel
cinghiale
l‘unghia esterna
è leggermente
più grande ed
arcuata di quella
interna, ma in
modo meno
evidente rispetto
agli altri
•Deiezioni (fatte): sono di colore nerastro ed hanno forma allungata (tipo salsiccia); le dimensioni variano molto in funzione della massa corporea e vanno dai 3 ai 6 cm di diametro, e dai 5 ai 10 cm di lunghezza; col il tempo tendono a diventare di colore marrone grigiastro ed a sfarsi in piccole masse rotondeggianti del diametro di 3-5 cm.
•Segni sulla vegetazione:
Grufolate: i tipici segni di di scavo del cinghiale la cui estensione e profondità varia in relazione
alla densità di animali, all‘umidità del terreno ed al tipo di cibo reperibile
Boli: residui alimentari costituiti in prevalenza da radici e graminacee che il cinghiale mastica, “spreme” e poi, spesso sputa e che e si ritrovano sul terreno come masse “masticate”.
•Lestre di riposo: spiazzi nella vegetazione erbacea dove i cinghiali in assenza di lupo si recano per dormire
•Insogli: i tipici segni di presenza del cinghiale
.Grattatoi
SESSO Caratteristiche salienti del maschio
• Pennello penico e testicoli evidente soprattutto con il mantello estivo (in estate o in fase di muta, il pennello è visibile anche negli individui giovani)
• Canini (difese) che fuoriescono dalla rima labiale (dal 3°- 4° anno) e criniera evidente (in inverno)
• Coda che, in movimento, è generalmente portata orizzontale
SESSO Caratteristiche salienti della femmina
• Minore differenza tra quarti anteriori e quarti posteriori di quanto si verifichi nel maschio
• Capezzoli tirati e ben visibili soprattutto col mantello estivo,
• coda portata più frequentemente pendente
informazioni tratte da: http://bagliacca.altervista.org/progfau/04cinghiale.pdf